Le Storie del Vangelo

Nessuno ha mai dipinto, scolpito, modellato, costruito o inventato se non per uscire letteralmente dall’inferno.

Antonin Artaud

Il primo ciclo di cui si ha traccia è quello delle Storie del Vangelo, eseguito da Dady Orsi nel 1944. Amintore Fanfani, in qualità di “ufficiale culturale” di un campo profughi sito in Svizzera, si prodiga per far ottenere all’architetto Bassi e al pittore Orsi una commessa per ristrutturare e decorare la Cappella Cattolica di Chexbres.

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Orsi prepara alcuni bozzetti a tempera su carta, ma non termina l’opera a causa del suo precipitoso rientro in Italia. Il pittore porta a casa tutti i bozzetti tranne uno, che Fanfani tiene per sé (la figura di San Pietro). I bozzetti sono accomunati da un tema cristologico verosimilmente dettato dallo stesso Fanfani. Le scene raffigurate sono una Crocifissione, una Resurrezione, probabilmente una Conversione di Saulo e almeno tre Miracoli di Cristo. Dal punto di vista simbolico, queste scelte iconografiche sembrano essere un rimando a quel processo di cambiamento e rinascita che si stava compiendo in Italia attraverso la Resistenza. I Miracoli hanno formato longitudinale e sembrano pensati per le pareti laterali della cappella. Improntati a un modernismo che la pittura sacra italiana solitamente non accoglieva, sono caratterizzati da uno stile sintetico, da colori vividi e assenza di chiaroscuro. Nella composizione, nella resa espressionista dei corpi e nella rappresentazione di marca cubista dello spazio, la Crocifissione sembra risentire di quella di Guttuso del 1942. Questo incontro con la pittura sacra e con l’arte pubblica rappresenta un unicum nell’esperienza di Orsi, ripreso solo negli anni Novanta da un suo personale omaggio al Cristo morto di Mantegna.