Federico Patellani
La Tartaruga Alluvionale Parte Per Il Suo Viaggio



- La Famiglia Orsi a Calde’, Provini
Federico Patellani © Studio Federico Patellani - La Famiglia Orsi a Calde’, Provini
Federico Patellani © Studio Federico Patellani - 1953 Scultura Alluvionale, Tartaruga, Provino
Federico Patellani © Studio Federico Patellani
Il pittore milanese Dadi Orsi ha scoperto la scultura alluvionale, e la tartaruga, giustamente, è una delle opere del pittore-scultore che stanno per partire per Zurigo e New York.
Ogni movimento artistico o spirituale ha la sua patria d’origine. La scultura alluvionale è nata a Caldé, sul Lago Maggiore, e in un ambito tutto familiare. Dadi Orsi trascorreva le vacanze estive sulle rive del lago in questione con la sua famiglia, composta da sua moglie Gabriella e dai suoi due figli Titta e Andrea. Se insistiamo sulla composizione della famiglia Orsi è perché tutti i membri hanno contribuito alla fondazione della scultura alluvionale. L’estate era delle più piovose, i violenti temporali gonfiavano i fiumi e sulle rive, una volta che il furore degli elementi si era calmato, si trovavano frammenti di legno lavorato dalle acque. Questo legno non aveva nulla di molto particolare: rami nodosi e radici come se ne potava raccogliere tra i ciottoli su qualsiasi fiume.
Ma a Caldè c’erano gli Orsi. Dadi, il padre, notava le forme bizzarre dei frammenti, e scopriva quale poteva essere un airone, un pesce, un cane, un picchio o altri animali. Cominciò a collezionarli e tutta la famiglia partecipò a questa ricerca appassionante, non solo, ma ai piccoli Orsi si aggiunsero gli otto figli di un vicino casellante (daziere). Il piccolo Titta, di nove anni, suggerì al padre di colorare questi animali trovati tra i ciottoli. Le ricerche divennero sistematiche, e così, meno di diciotto mesi più tardi, Dadi Orsi esporrà alla Galleria Holler di Zurigo il suo nuovo bestiario di legno. Dopo il soggiorno zurighese gli animali sono attesi al Museo d’Arte Moderna a New York.
Queste sculture che Dadi Orsi chiama “alluvionali” perché, giustamente, sono state formate dalla natura in un terreno alluvionato, sono qualcosa di assolutamente veritiero. L’artista applica il colore a un lato ma lascia il lato opposto dei suoi animali al naturale, per permettere di constatare che le forme sono originali e l’opera dell’uomo si limita unicamente a interpretarli, ad attribuire loro una classificazione e una somiglianza. Per questo, l’animale non si deve comporre necessariamente di un solo pezzo di legno. A volte due o tre frammenti contribuiscono alla sua formazione, come per esempio nel caso dello “struzzo in corsa” o della “tartaruga dorata”.
Anche prima di diventare l’ideatore della scultura alluvionale, Dadi Orsi era molto apprezzato dai bambini. Ma ora è diventato l’oggetto di una vera o propria venerazione. Al punto che, da qualche giorno a questa parte, essendo riuscito in un’operazione dove loro madre si era dovuta dichiarare sconfitta (si trattava di tagliare un arrosto particolarmente coriaceo) Il piccolo Andrea dichiarò a suo padre: “non c’è niente che tu non sappia fare, papà. Sei Leonardo da Vinci!”.
1953, Traduzione dall’originale francese