Raffaele Carrieri
Visita notturna a dodici nudi



- Dady Orsi (1977) Nudo Femminile
- Dady Orsi (1976) Omaggio a Muybridge (particolare)
- Dady Orsi (1976) Omaggio a Muybridge (particolare)
- Eadweard Muybridge (1887) Donna che entra nel letto
Io lavoro di notte come una speciale categoria di fochisti ferroviari. Tutte le mie poesie sono state scritte di notte. E anche il resto: una montagna di carta stampata. Quello che ho scritto e fatto prima di mezzanotte è stato sbagliato, male eseguito, affrettato, controvoglia. Io sono notturno per indole e vocazione. Verso mezzanotte la tensione dei miei nervi comincia a rallentarsi: mi sento più quieto, meno vibrante. Non divento certo ottimista: ma mi impongo una certa tranquillità, e talvolta alcuni desideri che di giorno mi farebbero arrossire, mi diverto a scatenarli. È un rischio che mi piace correre. Senza un minimo di piacere non mi riesce quasi nulla!
Per ragioni di salute vivo da qualche anno in campagna. A Milano sì e no vengo ogni paio di mesi. Comincio a tossire all’arrivo. Mi vorrei trattenere una quindicina. invece sono costretto a ripartire tre giorni dopo. Mi vergogno persino a scriverlo!
Sono arrivato il venti gennaio. Il giorno seguente faceva un tempo da riviera: Sorrento, Amalfi, Positano. Non un colpo di tosse in trentadue ore. Che bellezza!
Ieri a mezzanotte è venuto a prendermi Piero Fornasetti per condurmi a vedere un mazzetto di disegni di Dady Orsi alla Galleria dei Bibliofili. Le mostre ideate e allestite da Fornasetti in via Morone sono tra le più originali che si tengono in Italia. E appena posso mi trattengo per visitarle. Ne ho mancata una: ma non desidero annoiarvi con le mie buone ragioni.
I disegni di Orsi rappresentavano ragazze discinte piuttosto attive nel titillarsi: una scioltezza di segno un po’ calligrafico ma insinuante. Il primo maestro da cui era stato suggestionato doveva essere Egon Schiele; ma senza conseguenze drammatiche. Nessuna rabbia! Il contrario della dannazione: una proposta di piacere come l’assaggio di un Vol-au-vent! Piero simile a un irriducibile guida giapponese si riprometteva sorprendermi coi dodici grandi dipinti di Orsi.
Verso le due di notte Fornasetti m’introdusse nel salone dei Bibliofili come in una riunione peccaminosa. Non credo che in presenza della Nuda in dodici quadri ci siano stati visitatori sgomenti, irritati, tentati dal demonio. Nemmeno uno scippo! Nemmeno il minimo tentativo di corruzione. Nessuna proposta di concubinaggio. Nessuna mano morta nelle parti più esposte.
La protagonista era assolutamente casta inattaccabile nel suo incarnato di dentifricio rosato, antisettico: l’incarnazione d’una ricetta di dieta norvegese. Un corpo giovane senza provocazione: depilato, liscio, senza una sola fossettina o rughetta, senza un nastrino, priva persino dei braccialetto- orologio per la sveglia del mattino. Perché tanta fatica di posizioni e flessioni per finire in un lettuccio d’orfana? Al dodicesimo quadro quando la protagonista entra – finalmente! – nelle lenzuola e diventa più piccola del naturale immagino che, se ci fosse un tredicesimo quadro, la vedremmo svanire come una nuvola di borotalco.
In occasione della mostra Nuda in 12 Quadri
Galleria Dei Bibliofili Milano 1981
