Memorie
Nonostante Dady Orsi non abbia mai ricercato l’alleanza con la critica e non abbia mai voluto che il suo fare artistico fosse sistematizzato in una teoria, artisti, poeti, intellettuali hanno occasionalmente scritto sulla sua opera.
Le memorie e le riflessioni critiche qui raccolte sono perlopiù scritti composti occasione di mostre svolte mentre l’artista era in vita, e in alcuni casi sono ricordi e omaggi postumi.
Gli autori dei testi sono il politico Amintore Fanfani, con cui il pittore condivise l’esperienza della fuga in Svizzera dopo l’8 settembre 1943; il fotografo Federico Patellani, che insieme a Guido Cadorin lo spinse nel 1953 a esporre le sue Sculture Alluvionali in diverse Gallerie. Orsi e Patellani furono intimi amici e collaboratori. Il designer del vetro Fulvio Bianconi, con cui aveva condiviso gli anni della formazione tra Venezia e Milano; il creatore di decorazioni e oggetti Piero Fornasetti, che lo apprezzò a tal punto da volerlo, a partire dalla metà degli anni Settanta, come “artista residente” nella sua Galleria dei Bibliofili.
Il poeta Raffaele Carrieri, raffinato conoscitore e collezionista delle arti, figura di riferimento per l’arte del Novecento in Italia; l’architetto Lodovico Meneghetti, con cui l’artista ebbe, a partire dagli anni Settanta un ricco scambio di vedute riguardo all’arte e alla creatività. Infine, il poeta Miro Silvera, cantore delle nature morte eseguite dall’artista negli anni novanta e mentore dell’operazione di recupero storico della sua figura.